Sapevi che il reflusso gastro-esofageo può essere trattato con l’osteopatia?

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Stop al reflusso: l’osteopata può far regredire questo disturbo

Il reflusso gastro-esofageo può essere trattato con un approccio osteopatico sia nei bambini (anche neonati), che negli adulti, ottenendo un discreto successo senza ricorrere necessariamente alla terapia farmacologica.

Il trattamento ostepatico per il reflusso gastro-esofageo consiste in una serie precisa di manovre, il cui scopo è rafforzare ma al contempo rilassare la giunzione gastro-esofagea: il trattamento manipolativo infatti si concentra in questa zona cruciale, che spesso nel reflusso si presenta poco malleabile. Sapevate che numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’osteopatia può risolvere gran parte dei casi di reflusso? In questo studio (scarica il PDF) prodotto dal Policlinico Militare Celio di Roma, ad esempio, viene dimostrato che alcune manipolazioni viscerali con metodo osteopatico (cioè manuale) possono sostituire la terapia farmacologica, risolvendo la situazione.Vediamo quali sono le tecniche che utilizza l’osteopata per rinforzare la giunzione gastro-esofagea. La sequenza del trattamento è strettamente codificata, in quanto è stato dimostrato che è efficace solo in questo ordine:

  • Auscultazione e palpazione dell’addome
  • Liberazione delle zone di inserzione del fegato
  • Liberazione di stomaco e piloro
  • Liberazione della giunzione gastro-esofagea
  • Manipolazione delle articolazioni nelle quali persiste un certo grado di fissazione
  • Normalizzazione delle fissazioni craniche e sacrali

L’osteopatia garantisce la riduzione dei sintomi in adulti e pazienti pediatrici

Il reflusso è una patologia piuttosto frequente, per cui gli studi sull’efficacia dell’approccio osteopatico si sono basati su un campione clinico rappresentativo della popolazione generale.

Dopo un ciclo di sedute con l’osteopata, durante le quali sono stati effettuati i trattamenti descritti, la maggior parte dei pazienti ha notato una risoluzione dei sintomi principali del reflusso.

Ovvero dolori al petto (tali da simulare l’infarto), tosse stizzosa e mal di gola, sinusiti croniche, mal di testa, cervicalgia e dorsalgia. Una volta scomparso il disturbo, la qualità della vita è migliorata considerevolmente.

Non è raro che a soffrire di reflusso siano neonati e bambini. In questo caso, dopo un’attenta valutazione clinica in accordo con il pediatra del bambino, ci si può rivolgere ad un osteopata specializzato nel trattamento dei bambini; all’approccio osteopatico può essere abbinata una terapia farmacologica, se il medico lo ritiene opportuno. Il trattamento osteopatico sui bambini è totalmente sicuro ed efficace e non presenta controindicazioni assolute; rispetto all’adulto, le manipolazioni viscerali, fasciali e muscolari sono leggermente diverse, tenuto conto delle differenze somatiche tra adulto e bambino.osteopatia e reflusso gastricoSe il problema che causa il reflusso è strettamente meccanico, ovvero ad esempio una valvola che non svolge bene il proprio compito, in pochissimo tempo è possibile vedere i benefici del trattamento; inoltre, l’osteopatia aiuta a rilassare il bambino e a regolarizzare le sue funzioni fisiologiche (ritmo sonno-veglia, digestione ecc) evitando anche le dolorose coliche. Sono numerosi i centri ospedalieri medio-grandi che si rivolgono agli osteopati per proporre ai pazienti pediatrici un trattamento complementare a quello farmacologico; questa collaborazione in reparto prosegue da tempo e ha apportato notevoli benefici sia ai piccoli pazienti ricoverati in corsia, sia nelle attività ambulatoriali.

Gli obiettivi dell’osteopatia, per quanto riguarda il reflusso, variano a seconda del problema principale. Se il reflusso è causato da problematiche risolvibili solo con la chirurgia, l’osteopatia può aiutare a gestire i sintomi dolorosi e a garantire il miglior decorso possibile, ma non può guarire la patologia; se invece il reflusso è causato dal malfunzionamento dei tessuti circostanti le valvole gastriche ed esofagee, allora l’osteopatia può essere sufficiente a garantire al paziente una buona qualità di vita con il regredire della sintomatologia. Tutto quindi dipende dalla singola persona, dalle problematiche da affrontare in accordo con il proprio medico curante e dall’intensità della sintomatologia.

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