Cos’è la sindrome dell’intestino irritabile
Circa il 10% della popolazione italiana soffre della sindrome dell’intestino irritabile, una malattia gastrointestinale cronica che è caratterizzata da dolore addominale, gonfiore e stitichezza alternate a diarrea frequente. I sintomi possono essere piuttosto vari e presentarsi clinicamente diversi a seconda del soggetto; le donne ne sono colpite di più, in una proporzione di 2:1 rispetto agli uomini. Le terapie convenzionali prevedono un cambiamento nelle abitudini alimentari – eliminazione o riduzione dell’assunzione di lattosio, aumento delle fibre nella dieta – e l’uso di farmaci spasmolitici, ma non è detto che il disturbo in tal modo si riduca, perché molte volte la componente psicologica è predominante (ansia, stress).
Le cause della malattia non sono attualmente note, ma si ipotizza che i pazienti con tale disturbo abbiano un colon particolarmente sensibile a certi alimenti, oltre che a fattori come stress e disagio che possono scatenare episodi di diarrea e gonfiore. La diagnosi è clinica (segni e sintomi) e può essere supportata da esami di laboratorio; a volte si eseguono ricerca del sangue occulto nelle feci, colonscopia e biopsia per escludere malattie più gravi.
L’approccio osteopatico ai problemi intestinali
Purtroppo il trattamento è solo sintomatico e spesso non soddisfacente, quindi molti pazienti si rivolgono a terapie complementari. I disturbi gastrointestinali come la sindrome dell’intestino irritabile possono essere trattati con approccio osteopatico, in particolar modo con il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT).
Tale trattamento, come evidenziato da diversi studi, ha ridotto sintomi come il dolore addominale, la diarrea e la costipazione, senza che nessun paziente abbia riportato eventi avversi.
Il trattamento nella maggioranza dei casi è stato eseguito in zone diverse rispetto a quelle dove si avvertiva dolore, così come suggerisce uno dei principi dell’osteopatia, secondo cui aree del corpo anche lontane possono influenzarsi a vicenda.
Su che principi si basa il trattamento osteopatico dell’intestino irritabile?
L’intestino è strettamente collegato al sistema nervoso centrale tramite la colonna vertebrale, dalla quale si dipartono i fasci nervosi che sono responsabili dei movimenti intestinali (peristalsi) e della contrazione della muscolatura liscia intestinale. Il colon è collegato al sistema nervoso tramite le vertebre dalla 6 alla 12. L’osteopata è in grado di agire sui visceri perturbati attraverso le corrispondenti vertebre e lavorando su diverse parti del corpo allo scopo di:
- Decongestionare i tessuti
- Consentire all’intestino maggiore mobilità
- Riequilibrare le fasce muscolari intestinali
- Favorire la vascolarizzazione tissutale.
Il paziente viene quindi trattato nel suo complesso e non solo per i sintomi del colon irritabile.
Un osteopata preparato sa che non bisogna semplicemente ristabilire il corretto funzionamento dell’organo, ma agire su tutto il corpo, considerando che a certe patologie viscerali corrispondono disfunzioni osteoarticolari. Per questo è importante eseguire le tecniche manuali sulla parete addominale ma anche sul rachide lombare, per bilanciare bacino e colonna vertebrale.
Il Trattamento Manipolativo Osteopatico mira a drenare i sistemi venoso e linfatico, migliorare la perfusione sanguigna, rilassare gli spasmi intestinali, mobilizzare le fasce muscolari, controllare gli stati di ansia ed agitazione e ristabilire l’equilibrio della flora intestinale suggerendo una corretta alimentazione.
I primi risultati si possono ottenere dopo soli 3 mesi di terapia. Sono numerosi i pazienti che ottengono giovamento dal trattamento osteopatico e che vedono migliorata la qualità della loro vita, con la riduzione o addirittura la scomparsa dei sintomi dolorosi, osservata nel 70% dei pazienti.