L’osteopatia biodinamica: il frutto non cade lontano dall’albero…
L’osteopatia biodinamica è una corrente di pensiero con applicazioni pratiche che deriva direttamente dall’osteopatia tradizionale, fondata dal dottor Still, accettandone i principi e le teorie, anche se proponendo una nuova visione di quella che il fondatore Sutherland chiamò “osteopatia craniale“.
Occupandosi in particolare dei movimenti del liquor, ovvero il fluido che circola nel sistema nervoso centrale nutrendolo e proteggendolo, Sutherland osservò che nel liquor si verificava una circolazione particolare, diretta verso il basso della colonna vertebrale e caratterizzata da impulsi ritmici. Sutherland chiamò questa fluttuazione Meccanismo Respiratorio Primario, oggi conosciuto e accettato in medicina con il nome di Impulso Ritmico Sacrale (IRC), la cui origine e funzione rimangono però un mistero. Secondo alcuni studi recenti, l’IRC va a cicli di circa 6-12 pulsazioni al minuto e non dipende dalla frequenza cardiaca e respiratoria. Approfondendo questo ancora poco compreso aspetto del distretto cranio-sacrale, Sutherland dedicò gli ultimi anni della sua vita allo studio del fenomeno, proponendo infine la sua idea di un sistema poliritmico: il Meccanismo Respiratorio Primario, disse, deriva da forze esterne che ne influenzano l’attività e che lo rendono veloce (2-3 cicli al minuto) oppure molto lento (6 cicli ogni 10 minuti) in relazione alla salute del paziente. Grazie alla collaborazione di alcuni studenti, Sutherland ratificò e propose la sua teoria all’osteopatia mondiale che, nel 1938, attraversava un periodo di crisi dovuta ad alcuni dissidenti. Prendendo in prestito il nome da alcuni studi di embriologia, Sutherland chiamò la sua scoperta – e le tecniche basate su di essa – “osteopatia biodinamica in ambito craniale“.
L’osteopatia biodinamica oggi
Come vengono considerate oggi le teorie di Sutherland riguardo all’osteopatia biodinamica? Più che una corrente diversa, questa branca dell’osteopatia è considerata un approfondimento o una derivazione dell’osteopatia dei tempi di Still, il quale – come Sutherland – dava grande importanza al concetto di salute, intesa come tendenza dell’organismo a guarire spontaneamente, in assenza di ostacoli o impedimenti a questo processo.
Sutherland e i suoi collaboratori hanno l’intuizione che forze esterne agiscano sull’organismo sin dai tempi dello sviluppo embrionale e che siano queste forze a determinare la capacità del corpo di guarire spontaneamente, non solo nell’embrione, ma anche – e soprattutto – nell’adulto.
Queste forze, secondo l’osteopatia biodinamica, sono sempre positive e anche quando interviene un impedimento alla naturale omeostasi, rimane sempre una corrente benefica nel corpo che lo spinge alla guarigione.
Dal punto di vista pratico, l’osteopatia biodinamica non si concentra specificamente sulla lesione che impedisce la guarigione, ma piuttosto sulla salute che rimane sempre presente (anche se nascosta) nei tessuti colpiti dalla patologia; sempre secondo questa corrente dell’osteopatia, la trasmissione delle informazioni da un punto all’altro dell’organismo è essenziale nel garantire la sua omeostasi, a condizione però che la continuità delle fibre stesse non sia danneggiata . Se, infatti, le informazioni che viaggiano all’interno delle fasce connettivali non riescono a raggiungere la loro destinazione (ad esempio a seguito di traumi, cicatrici, malattie ecc) si verifica una lesione dovuta all’impossibilità dell’organismo di mantenere il proprio equilibrio interno. Proprio grazie all’osteopatia biomeccanica, che considera tutto il corpo e la mente un tutt’uno, è possibile trovare una soluzione a questa mancanza di continuità e ripristinare il benessere generale, sia fisico che mentale.
Il punto di partenza dell’osteopatia biodinamica sacro-craniale è quello che viene chiamato “neutro globale“, ovvero la base di ogni trattamento manuale; il neutro globale viene creato attraverso il massaggio rilassante effettuato dalle mani dell’osteopata che ha l’obiettivo di bilanciare il sistema nervoso autonomo sincronizzando il bioritmo con quello del massaggio dell’operatore. Una volta ottenuto il Neutro, l’osteopata può iniziare la terapia vera e propria. Come funziona questa terapia? L’osteopatia cranio-sacrale evita di agire direttamente sulla lesione, preferendo piuttosto facilitare i processi fisiologici che portano alla sua risoluzione; la manipolazione quindi avviene con il paziente vestito e steso sul lettino, rilassato e calmo, nello stato psico-fisico adatto a iniziare il processo di guarigione.