Il contributo essenziale dell’osteopata nell’artrosi cervicale
Una delle patologie croniche più invalidanti e dolorose è l’artrosi cervicale, una condizione che, se non trattata, tende ad aggravarsi progressivamente nel tempo. Anche qui l’osteopatia può dare il suo contributo, infatti sono molte le persone che si rivolgono all’osteopata non solo per trattare un sintomo come il dolore grave, ma anche per recuperare – almeno parzialmente – l’utilizzo del collo evitando ulteriori danni. Come si può trattare l’artrosi cervicale con l’osteopatia? Innanzitutto è bene chiarire che il paziente che soffre di artrosi cervicale deve sottoporsi ad una serie di accertamenti medici e terapie farmacologiche che rallentino o tentino di bloccare l’inevitabile progressione della patologica. Anche i pazienti con artrosi cervicale grave possono trarre beneficio dall’osteopatia, perchè non è mai troppo tardi per cercare un miglioramento.
Il ciclo di trattamenti previsto dalla disciplina osteopatica nei casi di artrosi cervicale, prevede una serie di manipolazioni che hanno l’obiettivo di prevenire manifestazioni più gravi e rallentare il decorso della malattia, se non di bloccarlo. Il sintomo che tutti i pazienti riferiscono in primis è il dolore, che può essere lieve oppure grave e che non necessariamente è correlato a lesioni visibili nelle radiografie. Quando ci si reca dall’osteopata per una artrosi cervicale, bisogna portare con sé tutti i documenti che attestino l’anamnesi (esami, visite, referti ecc) in modo che l’osteopata abbia un quadro completo del problema e possa decidere, in accordo con il paziente, come meglio procedere.
Come lavora l’osteopata per risolvere la sintomatologia
Innanzitutto l’osteopata deve localizzare con precisione da dove origina il dolore: non è detto che l’area maggiormente lesionata dall’artrosi sia anche la più dolente, anzi, spesso il dolore origina da zone ancora sane che stanno per essere attaccate dal processo degenerativo. L’osteopata agisce sul dolore con tecniche cranio-sacrali particolarmente delicate e indirette, per non premere direttamente sulla lesione, ma cercando di bypassarla trattando le zone ad essa direttamente collegate; lavora anche sulla tensione muscolare, perché il paziente, in reazione al dolore, irrigidisce i fasci muscolari del collo e delle spalle, assumendo posizioni scorrette e ulteriormente dolorose. Si tratta di un circolo vizioso che deve essere interrotto, attraverso la correzione della postura, il rilassamento delle fasce muscolari e la mobilizzazione progressiva delle articolazioni cervicali.
I farmaci antinfiammatori sono solo un pallativo, perché non curano le cause e non arrestano il processo degenerativo tipico dell’artrosi; anzi, a lungo termine i FANS possono ledere la parete gastrica, con un peggioramento generale della qualità della vita. Al contrario l’approccio osteopatico va direttamente al cuore del problema, trattando le cause e, naturalmente, anche i sintomi. La manipolazione muscolo-fasciale aiuta a rilassare la muscolatura, mentre il movimento passivo dell’articolazione cervicale rimette in moto l’area, eliminando la limitazione funzionale. La zona da trattare è particolarmente delicata, anche considerata la patologia cronica, quindi in questo caso è più che mai necessario affidarsi ad un osteopata esperto e competente.
Ogni paziente rappresenta un mondo a sé stante, con le sue caratteristiche e le sue problematiche: anche quando la patologia è la stessa, non è detto che il trattamento che giova ad un paziente possa portare beneficio ad un altro. Per questo motivo l’osteopata studia per ogni soggetto una terapia ad hoc, calibrata sulla base delle singole esigenze.