Gastrite e reflusso, sintomi di un disagio organico
La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, ovvero il rivestimento dello stomaco, causata solitamente da assunzione di analgesici non steroidei, abuso di caffè ed alcol, cibi grassi e poveri di fibre (fast-food), infezioni da Helicobacter pylori, malattie autoimmuni. A seconda della durata nel tempo la gastrite può essere acuta o cronica: mentre la acuta è molto violenta ma limitata nel tempo, la gastrite cronica è più blanda ma persistente. A volte, la gastrite si accompagna al reflusso gastro-esofageo, che consiste nella risalita degli acidissimi succhi gastrici nell’esofago con conseguente bruciore e danno esofageo.
Dal punto di vista funzionale la gastrite può dipendere da un problema fasciale o neuro-vegetativo. Nel primo caso sono le strutture mediastiniche (diaframma e sotto-diaframma) a causare una disfunzione dello stomaco, mentre nel secondo si è verificata una perturbazione delle strutture nervose che controllano la secrezione gastrica, soprattutto nervo vago e rami nervosi del sistema ortosimpatico che sono localizzati a livello dorsale. Il reflusso invece dipende da una disfunzione del cardias, la valvola che permette la discesa del cibo ma non la sua risalita; se il meccanismo della valvola non è perfetto, avviene la risalita dei succhi gastrici.
Cosa può fare l’osteopata per i problemi di stomaco
L’osteopatia può trattare efficacemente la gastrite, anche se è importante alleviare immediatamente i sintomi più dolorosi con adeguati protettori dello stomaco ed inibitori della secrezione dei succhi gastrici per dare un sollievo immediato alle manifestazioni acute. Specialmente nel caso della gastrite cronica, che può diventare resistente al trattamento farmacologico, l’opzione osteopatica è molto valida ed efficace.
L’osteopatia viscerale ha lo scopo di normalizzare le disfunzioni e le tensioni addominali, andando alla fonte del problema invece che trattare solamente i sintomi.
Nelle tecniche di osteopatia viscerale l’osteopata manipola lo stomaco ed i legamenti per ristabilire il fisiologico equilibrio; i sistemi di mobilizzazione dei tessuti molli hanno l’obiettivo di riposizionare lo stomaco e le altre strutture, mentre la manipolazione di nervi dorsali e cervicali riduce lo stimolo che porta a produrre un eccesso di succhi gastrici.
Il reflusso gastro-esofageo è un disturbo tipicamente cronico – che generalmente si presenta acuto solo in fase di gastrite – e che può essere trattato dall’osteopata manipolando la valvola cardias che permette ai succhi di risalire verso l’esofago. La disfunzione del cardias dipende dalla natura del fattore (intrinseca o estrinseca) e solamente una disfunzione di natura meccanica, quindi estrinseca, può trarre giovamento dall’osteopatia.
Perché il cardias funzioni al meglio è importante sia il corretto rapporto pressorio tra cavità toracica e cavità addominale, sia un buon grado di scorrimento esofageo; si tratta di condizioni che dipendono anche dalla forza muscolare della schiena e dalle curve fisiologiche della colonna vertebrale.
A questo proposito l’osteopata è in grado di allentare le tensioni sui cardias, riequilibrando il diaframma e stimolando le strutture nervose che controllano esofago, stomaco e muscoli dorsali. Può essere necessario anche intervenire su zone non intimamente connesse con lo stomaco ma che nell’omeostasi globale risultano perturbanti dell’equilibrio.
Il paziente dovrebbe anche impegnarsi a ridurre quei fattori che possono scatenare una riacutizzazione della gastrite e/o del reflusso, ad esempio:
- dimagrendo se in sovrappeso
- smettendo di fumare
- evitando caffè/alcolici/junk food
- interrompendo tutti i comportamenti a rischio che possano ragionevolmente essere riconducibili ai sintomi.